PERCHE' LA BATTERIA NON SI STUDIA NEI CONSERVATORI

di Antonio Buonomo

Ignoranza, disinformazione e prevenzione tra le principali cause che hanno determinato l’esclusione della batteria dalle cattedre, istituite nei Conservatori di musica, e dai programmi di strumenti a percussione.

Questo significa che, attualmente, oltre a non esistere alcuna struttura statale per studiare la batteria, non ne è prevista nemmeno una sommaria conoscenza nel programma di studio di strumenti a percussione che, come è noto, si articola nell’arco di otto anni.

A suo tempo ho fatto parte della commissione, nominata dal Ministero della P.I., per redigere il vigente programma di strumenti a percussione. I colleghi presenti sicuramente ricorderanno che, in tale occasione, feci di tutto per riuscire a far dedicare, almeno una piccola parte del programma, alla conoscenza della batteria. L’unica cosa che riuscii ad ottenere fu che, nella prova di cultura, bisognava dimostrare di conoscere (ovviamente a parole) alcune formule ritmiche per batteria. Vale a dire che se un allievo del conservatorio, che ha seguito alla lettera i programmi, dovrà suonare un brano, come le danze sinfoniche da “West Side Story”, con la batteria si limiterà... a parlarne.

Dice Giuseppe Chiari in "Musica senza contrappunto" (Roma 1969) ...”Nel Medio evo furono banditi strumenti a fiato e strumenti a percussione che stimolavano le danze... E’ stata necessaria una lunga feroce guerra per aggiungere la percussione all’orchestra. Questo tipo di guerra seguita an-cora oggi ed ha sicuramente un aspetto politico”.

Da bambino una volta mi capitò di accompagnare mio padre, che era percussionista presso l’orchestra del S. Carlo di Napoli, ad una trasmissione radiofonica con un'orchestra di musica leggera. Ricordo d'essere rimasto colpito dal numero degli strumenti a percussione che riusciva a suonare, oltre alla batteria, con innumerevoli accorgimenti tecnici. Lui che, come tanti, nell’orchestra sinfonica si limitava a suonare sempre un solo strumento alla volta.

Questo ricordo, di percussionista veramente completo, mi ha accompagnato negli studi e in tutta la carriera, fornendomi gli stimoli necessari per cercare di dimostrare sul campo l’autosufficienza musicale delle percussioni. Forse non tutti sanno che gli strumenti a percussione racchiudono tutti e tre gli elementi che costituiscono la triplice radice musicale, ossia: ritmo, armonia e melodia.
Dimostrare ciò, eseguendo musiche d'ogni genere per soli strumenti a percussione, è stato necessario perché inizialmente, per ammettere un alunno a studiare le percus-sioni, si pretendeva addirittura il possesso del compimento inferiore di un altro strumento. Cosa che, oltre a trasformare la percussione in materia complementare, comportava l’inizio dello studio, se tutto andava bene, non prima dei diciotto anni.

Dopo aver combattuto e vinto, per dirla con Giuseppe Chiari, questa lunga e feroce guerra per tanti strumenti a percussione che, finalmente, sono diventati corso ordinario, bisogna continuare a lottare per sanare una palese discriminazione verso il più popolare insieme di strumenti della percussione.

In molti Conservatori italiani esistono cattedre di strumenti con nessuna, o pochissime, possibilità d’inserimento professionale. Possibile che ancora oggi si continui a trascurare un insieme strumentale, presente in tutte le orchestre e gruppi d'ogni genere, che, attraverso i suoi celebri interpreti, ha contribuito a scrivere la storia della musica?