Tutti i batteristi o percussionisti, prima o poi, si trovano davanti un metodo per l'indipendenza degli arti e lo affrontano pensando ad una sorta di dissociazione, nella quale ogni singolo arto lavora per conto proprio.
In effetti, per questo tipo di studio, sarebbe più corretto parlare di sincronizzazione, o coordinazione, perché l'indipendenza, intesa come libertà e autonomia di pensiero e degli arti, richiede un approccio e un impegno ben più lungo e approfondito. Si pensi a strumenti come l'organo da chiesa che, oltre agli innumerevoli registri e alle varie tastiere, dette manuali (cioè suonate con le mani), ha anche una tastiera a pedali di 32 note. Non a caso lo studio di questo straordinario e storico strumento dura dieci anni e, a volte, viene iniziato addirittura dopo il diploma di pianoforte. Solo in uno spazio di tempo così lungo, e con uno studio mirato e costante, si riescono a raggiungere certi automatismi paragonabili a vera e propria indipendenza delle mani, delle dita e dei piedi.
Nel caso delle percussioni, fortunatamente, basta stabilire solo il risultato finale che scaturisce dalla sovrapposizione delle singole parti, e il gioco è fatto.
Da ciò consegue che, a livello di batteria, timpani e affini, è più giusto parlare, come già accennato, di coordinazione degli arti.
Per chiarire ancora meglio i concetti fin qui espressi abbiamo preparato un esempio contenente tre ritmi differenti, di cui due da eseguire con le mani e uno col piede destro.
Ad un primo sguardo si potrebbe parlare d'indipendenza ma, se si guarda il risultato complessivo che si dovrà eseguire, si vede chiaramente che si tratta solo di sincronizzare le varie parti.
Perciò, se la parola "indipendenza" serve a dare maggiore importanza alle nostre elucubrazioni sonore e a soddisfare una certa vanità, insita in tutti gli autori ed esecutori, accettiamola pure; ma con la consapevolezza che non si tratta di vera indipendenza.
Altro discorso per quando si suona, ad esempio, un intervallo armonico con dinamiche diverse per ogni suono. In questo caso le dita per il pianista, o le bacchette per il vibrafonista o marimbista, devono essere per forza indipendenti.
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