ESECUZIONE DEI SEGNI D'ESPRESSIONE CON LA MARIMBA

Per indicare lo staccato si usano i punti d’espressione sopra alle note. Tali punti, com’è noto, diminuiscono la durata del suono con pause o respiri.

La varie sfumature sono indicate con il punto tondo (che riduce della metà il valore della nota sulla quale è posto); con il punto allungato (che toglie alla nota tre quarti del suo valore e indica uno staccato ancora più secco) e con il punto tondo sotto alla legatura (che indica lo staccato legato sottraendo alla nota solo un quarto del valore).
Per il legato si usa, invece, la cosiddetta legatura di portamento che si pone su due o più note per indicarne l’esecuzione legata (vale a dire esecuzione di note raggruppate melodicamente e ritmicamente).

Per ottenere tutte queste “nuance” è ovvio che non basta ricorrere al cambio delle bacchette, che pure ha la sua importanza, ma è necessario adottare, di volta in volta, la tecnica esecutiva più appropriata. Tale tecnica prevede sia il suono mediante percussione sia il suono appoggiato per pressione (con maggiore indugio sul tasto percosso). Si va quindi dal colpo “a scudiscio”, ottenuto con una improvvisa contrazione delle dita seguita da immediato rilascio, al colpo appoggiato, o ottenuto per caduta naturale, per il legato. Si tratta perciò di movimenti che, a seconda del tipo di effetto che si vuole ottenere, devono risultare brevi e delicati (per uno staccato leggero), decisi e cortissimi (per uno staccato più incisivo), ampi ed appoggiati, ovvero lunghi e senza soluzione di continuità, per il legato.
Ma mentre per i vari tipi di staccato la bontà dei risultati dipende dalla velocità con la quale si ritorna alla naturale distensione (dopo le momentanee contrazioni richieste dalle necessità di esecuzione), per ottenere suoni legati è veramente indispensabile mantenere sempre un accentuato rilassamento dei polsi. Dalla capacità di conservare la necessaria morbidezza dei polsi (dai quali, non dimentichiamo, passano i tendini che comandano le dita) dipendono i movimenti di “articolazione espressiva” capaci di ottenere suoni legati.

Certo, tutto questo è più facilmente realizzabile sul vibrafono, dove si può contare sull’aiuto del pedale per ottenere suoni più lunghi. Tuttavia, anche sulla marimba, con la pazienza e l’esercizio, si riescono ad ottenere buoni risultati.

Per l’esecuzione del legato espressivo è anche necessario capire la giusta distanza che deve intercorrere fra le bacchette ed i tasti che, ovviamente, può variare a seconda della dinamica indicata. Partire troppo dall’alto equivale a “frenare” prima dell’impatto, troppo dal basso non darebbe, invece, lo slancio necessario.

Per un legato cantabile nel piano, ad esempio, basta alzare le bacchette di pochissimi centimetri avendo cura di toccare i tasti senza pause o respiri tra un suono e l’altro. Si tratta, in pratica, di creare quel ponte sonoro tra nota e nota prolungandone il valore dopo la percussione fino, e quasi oltre, la nota successiva.

Sin qui il discorso teorico-tecnico, sempre difficile da coniugare con argomenti così particolari e delicati.
Nella pratica, che è quella che più conta, bisogna essere preparati ad assimilare tutte le cose dette in tempi abbastanza lunghi, provando e riprovando, senza lasciare mai niente al caso.

Quando si sperimentano le varie soluzioni, fissare il pensiero su un solo movimento alla volta. Ad esempio, sappiamo che nell’esecuzione dello staccato la funzione più importante è svolta dalla momentanea contrazione delle dita. Proviamo, quindi, a concentrarci sul movimento preciso che devono effettuare le dita che guidano ognuna delle quattro bacchette. Se capiamo che il risultato ottenuto è buono cerchiamo di fissare nella mente il gesto tecnico per poterlo poi ripetere a nostro piacimento.