ACCORDATURA

Accordare uno strumento a percussione, indipendentemente dal contesto musicale nel quale si opera, significa predisporre l'intonazione iniziale allentando o tendendo le pelli. Ciò vuol dire che, oltre a regolare l'uniformità della tensione delle membrane, bisogna stabilire anche l'altezza dei suoni che si vogliono o che si devono ottenere. Questo riguarda, ovviamente, la ricerca finale del suono perché qualsiasi strumento a percussione non potrà mai essere ben accordato, se non è stato preventivamente "registrato", cioè preparato nel modo migliore per suonare.
La "registrazione" (dai timpani ai vari tipi di tamburi) si effettua allentando o tendendo le viti tiranti, fino ad ottenere lo stesso suono in corrispondenza di ogni bullone.
Questa operazione preliminare è importantissima perché, mentre un violino o una chitarra hanno una sola vite su cui agire per allentare o tendere ogni singola corda, un tamburo ha dieci o dodici viti, per allentare o tendere una pelle. Ne consegue che, se in corrispondenza di ogni vite le frequenze non sono tutte uguali, il suono non potrà mai essere preciso o addirittura ”determinato”. Del resto, questa è la vera ragione per la quale anche i timpani (membranofoni a suono determinato), a volte, non sono intonati.
Per capire come si fa per ottenere una perfetta intonazione fra due o più strumenti, o anche in corrispondenza di ogni vite, bisogna sapere che la sovrapposizione di due suoni della stessa altezza, che differiscono fra loro di qualche vibrazione, produce una pulsazione irregolare conosciuta con il nome di “battimenti”. Questa irregolarità, che nasce dalla fusione dei due suoni leggermente disuguali, è caratterizzata dall’alternanza di un rafforzamento e un indebolimento del suono (una sorta di piccolissime pulsazioni forti e deboli) che solo un orecchio ben educato e allenato riesce a percepire. Pertanto, lo strumentista può eliminare il fenomeno dei battimenti e ottenere l’uguaglianza dei suoni. In altre parole, se lo strumentista riesce ad uniformare le frequenze dei suoni della stessa altezza i battimenti spariscono e la nota può dirsi intonata.
Il fenomeno dei battimenti si può percepire ascoltando il vibrato di una tromba o di un violino. Infatti, il vibrato di questi strumenti non è altro che una piccolissima variazione delle frequenze sonore, verso l’alto e verso il basso, ottenuta rispettivamente con un veloce tremolio delle labbra, o dello stesso strumento, e con rapidissimi e impercettibili movimenti del dito sulla corda.
Gli strumenti etnici sprovvisti di viti tiranti e di corde di tensione vanno accostati a fonti di calore e tenuti coperti quando non si usano. Non a caso gli indiani d'America mettevano tutti i tamburi vicino al fuoco prima delle danze. Bisogna evitare, però, di innalzarne troppo il tono altrimenti, quando si preme la pelle con la mano per far salire l'intonazione, diminuisce la gamma dei suoni a disposizione.
Nell'orchestra classica gli strumentisti per accordare, prendono come punto di riferimento una nota (solitamente il La/3- 440 Hz, definito “centrale” perché si trova al centro della tastiera del pianoforte) e impostano i loro strumenti su questa nota. Gli archi, aumentando o riducendo la tensione delle corde, i timpani, allentando o tendendo le pelli.
Per le cosiddette percussioni a suono indeterminato, come quelle etniche e la batteria, non ci sono regole fisse d'intonazione ma è necessario considerare diversi fattori tra cui, in primo luogo, le esigenze musicali relative al genere che si deve interpretare.
Tutti gli strumenti a membrana, se suonati piano ed in modo corretto, producono suoni facilmente individuabili perché più poveri di suoni armonici (come, ad esempio, quelli del flauto). Questa particolarità va sfruttata per accordare servendosi di suoni definiti, in modo da ottenere sia ad orecchio, sia con l'intonatore elettronico, l'uniformità di tensione su tutti i punti della pelle.
Per la batteria, un buon equilibrio, misure permettendo, una volta si otteneva intonando i quattro strumenti di base (cassa, tom a terra, tom acuto e tamburo) con gli intervalli del secondo rivolto dell'accordo di SI bemolle maggiore (più noto come squillo militare dell'Attenti!). Vale a dire FA sotto al pentagramma in chiave di basso alla cassa, SI bem. al tom a terra, RE al tom acuto, FA (ottava sopra alla cassa) al tamburo. Con strumenti di misure diverse, si possono cambiare le note mantenendo inalterati gli intervalli. Mentre, per altri membranofoni, in aggiunta agli strumenti di base, si consiglia sempre un'intonazione per terze, o in sequenza, evitando accuratamente l'unisono che non è mai preciso anche con strumenti melodici.